CLARITY, dagli Stati Uniti una nuova tecnica per mappare
il cervello
Il cervello è il più complesso
tra tutti gli organi. È così incredibilmente complesso in termini di numero e
di tipi di cellule, di connessioni e di pattern di attività che, nonostante le
sempre più sofisticate tecniche di ricerca, molti sono ancora i misteri sul suo
funzionamento. Sembra però che si stia assistendo all’inizio di una nuova era
nelle neuroscienze, dopo la presentazione su un numero speciale della rivista
Nature interamente dedicato alla mappatura del cervello, di una nuovissima
metodica di imaging messa a punto dai ricercatori della Stanford University in
California: la fluoroscopia Clarity.
Si tratta di un processo che rende il cervello trasparente, limpido
come un cristallo, evidenziando dettagli che prima si potevano vedere solo con
la microscopia elettronica, con in più la possibilità di vedere le immagini in 3D,
sullo schermo di un computer. La tecnica consiste nel sostituire i grassi
presenti nel tessuto, che non sono attraversabili dai fotoni e quindi risultano
opachi alla visualizzazione, sostituendoli con un particolare tracciante a base
di acqua, chiamato hydrogel, che si lascia invece attraversare come se fosse
vetro. In questo modo è possibile vedere nel dettaglio strutture e connessioni
come se il cervello fosse trasparente. Se ne può osservare sia l’interno che
l’esterno contemporaneamente, arrivando, con un’incredibile definizione dei
particolari, a vedere le singole fibre nervose, distinguendo addirittura quelle
inibitorie da quelle eccitatorie.
Siamo in grado di identificare galassie lontane milioni di
anni luce, sappiamo studiare particelle più piccole dell'atomo, ma ancora non
abbiamo svelato i misteri di quella materia di 1,3 chili che si trova tra le
nostre orecchie»: con queste parole Barack Obama ha annunciato un investimento
iniziale di 100 milioni di dollari (quasi 80 milioni di euro) nel più ambizioso
progetto di ricerca sul cervello umano mai affrontato nella ricerca USA: il
BRAIN (che sta per Brain Research Through Advancing Innovative
Neurotechnologies).
Simile negli intenti al Progetto del Genoma Umano ideato e voluto da Renato Dulbecco, BRAIN
avrà il compito di svelare le modalità di interazione delle singole cellule
cerebrali e dei complessi neurali per comprendere come il cervello ricorda, immagazzina
e processa informazioni, come il suo funzionamento sia legato al comportamento
dell'uomo e come l'incepparsi di alcuni suoi ingranaggi possa portare a
malattie neurologiche diffuse come Alzheimer, Parkinson o epilessia.
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