29 Novembre 2013 ore 21.00
Conferenza
La Neuromodulazione cerebrale:
Attualità e
prospettive terapeutiche
Dr. Andrea
Landi
U.O.C. di Neurochirurgia (dir. Prof. Erik Sganzerla) Ospedale S. Gerardo di Monza
Sala polifunzionale Piazza IV Novembre 2, Lissone
Introduce
Dr. Roberto
Dominici
Presidente Aral Onlus
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Lissone
La causa che porta alla loro morte è sconosciuta.
All'esordio della malattia, i sintomi più evidenti sono legati al movimento, ed
includono tremori, rigidità, lentezza nei movimenti e difficoltà a camminare.
In seguito, possono insorgere problemi cognitivi e comportamentali, con la
demenza che si verifica nelle fasi avanzate. La malattia di Parkinson è più
comune negli anziani, la maggior parte dei casi si verifica dopo i 50 anni.
Di seguito alcune foto della serata del Dr. Andrera Landi, introdotto dal Dr. Dominici, ed alcune immagini esplicative dell'approccio neurochirurgico della malattia di Parkinson.
Stimolazione cerebrale profonda
La malattia di
Parkinson
La malattia di
Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo la malattia
di Alzheimer. La prevalenza della condizione nei paesi industrializzati è di
circa lo 0,3%. La malattia di Parkinson è più comune negli anziani e la
prevalenza aumenta dall'1% in quelli oltre i 60 anni di età, fino al 4% della
popolazione sopra gli 80 anni. L'età media di insorgenza è circa 60 anni, anche
se il 5-10% dei casi, classificati come ad esordio giovane, iniziano tra i 20 e
i 50 anni. La malattia risulterebbe essere meno diffusa nelle popolazioni di
origine africana e asiatica, sebbene questo dato sia contestato. Alcuni studi
hanno proposto che sia più comune negli uomini rispetto alle donne, ma altri
non hanno rilevato particolari differenze tra i due sessi. L'incidenza della
malattia di Parkinson è tra 8 e 18 per 100 000 persone-anno.
Sovente definita come morbo di Parkinson, Parkinson,
parkinsonismo idiopatico, parkinsonismo primario, sindrome ipocinetica rigida o
paralisi agitante è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. I
sintomi motori tipici della condizione sono il risultato della morte delle
cellule che sintetizzano e rilasciano la dopamina. Tali cellule si trovano
nella substantia nigra, una regione del mesencefalo.
I sintomi motori principali sono comunemente chiamati parkinsonismo.
La condizione è spesso definita come una sindrome idiopatica anche se alcuni
casi atipici hanno un'origine genetica. Molti fattori di rischio e fattori
protettivi sono stati indagati: ad esempio, l'aumento del rischio di contrarre
la malattia nelle persone esposte ad idrocarburi solventi e pesticidi. La
patologia è caratterizzata dall'accumulo di una proteina, chiamata
alfa-sinucleina, in inclusioni denominate corpi di Lewy nei neuroni e
dall'insufficiente formazione di dopamina. La distribuzione anatomica dei corpi
di Lewy è spesso direttamente correlata all'espressione e al grado dei sintomi
clinici di ciascun individuo.
L'approccio chirurgico per il Parkinson consiste nel posizionamento di un
elettrodo nel cervello. La testa è stabilizzata con una tecnica utilizzata
nella chirurgia stereotassica. Una volta, trattare i sintomi motori con un
intervento chirurgico, era una pratica comune, ma dal momento che venne
scoperta la levodopa, il numero degli interventi diminuì. Gli studi degli
ultimi decenni hanno portato a grandi miglioramenti nelle tecniche chirurgiche,
con la conseguenza che la chirurgia è nuovamente utilizzata nelle persone
sofferenti la malattia di Parkinson e per le quali la terapia farmacologica non
è più sufficiente. Attualmente la tecnica più utilizzata è la chirurgia
stereotassica che permette di trattare punti in profondità nel parenchima
cerebrale con precisione millimetrica, grazie all'ausilio di dispositivi
radiologici. Il trattamento chirurgico per la condizione, può essere distinto
in due gruppi principali: stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain
Stimulation, DBS) o intervento lesionale. I settori di intervento sono il
talamo, il globo pallido o il nucleo subtalamico.
Stimolazione cerebrale profonda
Stimolazione cerebrale profonda. Le aree bianche attorno
a mascella e mandibola sono protesi dentarie metalliche e non sono correlate ai
dispositivi usati nella stimolazione cerebrale profonda. Per stimolazione
cerebrale profonda in campo medico, si intende una procedura chirurgica.
La stimolazione cerebrale profonda (DBS) è il trattamento
chirurgico più comunemente utilizzato e permette una buona remissione clinica e
una significativa riduzione della dipendenza da levodopa. Esso comporta
l'impianto di un dispositivo medico, chiamato pacemaker cerebrale, che invia
impulsi elettrici a zone specifiche del cervello. La DBS è raccomandata per i
pazienti con Parkinson che soffrono di forte tremore che non viene
adeguatamente controllato da farmaci o in coloro che sono intolleranti al
trattamento farmacologico. Uno studio pubblicato nel Journal of the American
Medical Association ed effettuato su un campione di 225 malati, ha evidenziato,
nel 71% dei casi, decisivi miglioramenti nei movimenti e nella diminuzione dei
tremori in seguito alla DBS, rispetto al 32% che prendeva solo farmaci. Altre, ma meno comuni, terapie chirurgiche comportano la
creazione di lesioni in specifiche aree sottocorticali (una tecnica nota come
pallidotomia, nel caso che la lesione sia prodotta nel globo pallido).
Vengono impiantati in sede permanente vari elettrodi nel
subtalamo grazie all'innesto di un pacemaker, che invia impulsi al cervello.
Viene utilizzata per trattare i disturbi
ossessivi-compulsivi, malattie che riguardano il ridotto o anomalo movimento
dell'individuo come il morbo di Parkinson ed è stata sperimentata nei casi di
cefalea a grappolo. Effetti secondari: fra gli effetti secondari riscontrati allucinazioni e
apatia.
Nessun commento:
Posta un commento