Il 13 Aprile scorso l'incontro dell' Alzheimer cafè a Lissone ha affrontato l'argomento della sindrome da allettamento nel paziente con demenza rivolto ai caregivers familiari dei pazienti affetti da demenze; l'incontro che è stato introdotto dal Dr. Roberto Dominici, è stato condotto dall'infermiere professionale Cristina Disero' che lavora presso la RSA Agostoni di Lissone
La sindrome da immobilizzazione si
definisce una condizione caratterizzata da ridotta o assente
autonomia nel movimento, ad insorgenza acuta o cronicamente
progressiva.
Non
è una vera malattia, ma è spesso la causa di vere e proprie
patologie: cardiache, respiratorie, circolatorie e metaboliche.
In
ambito geriatrico è spesso la conseguenza di una prolungata
immobilizzazione a letto alla quale sono costretti pazienti anziani
particolarmente “fragili”. Se non adeguatamente contrastata, essa
porta inesorabilmente l’anziano ad uno stato di disabilità
ingravescente fino anche alla morte.
Le
principali cause di immobilizzazione nell’anziano comprendono
fattori biologici (facilitanti), psicologici e socio-ambientali
(aggravanti).
Tra
i fattori biologici sono compresi:
1)
patologie a carico dell’apparato muscoloscheletrico: artriti,
osteoartrosi, osteoporosi, fratture (principalmente a seguito di
cadute e a carico del femore), polimialgia reumatica, borsiti e
tendiniti (soprattutto a carico del piede). Queste condizioni
inducono immobilità provocando dolore, ridotta ampiezza di
movimento, debolezza muscolare, decondizionamento;
2)
malattie neurologiche: ictus, morbo di Parkinson, demenza, neuropatie
periferiche, cui conseguono compromissione della funzione motoria da
danno centrale, dolore, debolezza e ipotrofia muscolare, deficit
sensoriali (propriocettivi);
3)
malattie cardiovascolari: scompenso cardiaco (dispnea da sforzo),
coronaropatia (angina da sforzo);
4)
malattie polmonari: BPCO e sindromi restrittive;
5)
altre condizioni: riduzione del visus (cataratta, retinopatie, ecc.),
patologie a carico dei piedi (ulcere, calli), malnutrizione, gravi
malattie sistemiche (neoplasie), effetti collaterali di farmaci
(sonnolenza e atassia indotte da ansiolitici, rigidità muscolare);
Tra
i fattori psicologici ricordiamo la depressione, il timore di cadute
e la perdita dell’abitudine al movimento (per decondizionamento da
riposo prolungato a letto dopo malattie acute), condizioni che
inducono i pazienti a stazionare più a lungo tra poltrona e letto.
L’attività
fisica è indispensabile per il mantenimento del normale trofismo
osseo e muscolare e delle proprietà biomeccaniche delle strutture
cartilaginee.
L’immobilizzazione
prolungata porta a riduzione della massa (ipotrofia) e della forza
muscolare (ipostenia) per decondizionamento, a cui talvolta si
associano contratture muscolari.
Ecco di seguito alcune immagini dell'incontro dell'Alzheimer cafè a Lissone
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