In occasione della prossima XXII
giornata mondiale di lotta alla demenza di Alzheimer, si terrà a Lissone
una intensa giornata di eventi e manifestazioni; si comincerà sabato mattina 19
settembre con il Convegno a Palazzo Terragni dal titolo: La Manutenzione
della vita: Aging, Stili di vita e Benessere globale, e proseguirà nel
pomeriggio in Piazza Libertà con una serie di iniziative promosse dalla rete
del progetto Alzheimer cafè e la partecipazione di numerose realtà associative
attive nel territorio, con il patrocinio del Comune di Lissone e della locale
Pro Loco, riassunte nello slogan: I Colori del Benessere. Una giornata per
aumentare la qualità della tua vita. Il Convegno richiama il tema fondamentale soggetto
di Expo 2015, il cibo, la nutrizione della popolazione del pianeta, declinato
nelle sue relazioni con l’invecchiamento attivo e la longevità, la salute e la
prevenzione delle malattie croniche del cervello.
Siamo il paese più anziano d’Europa, il paese che insieme al
Giappone ha il più basso indice di natalità. Coniugare longevità e buona
salute, dunque, rappresenta per noi una grande sfida. Su questo tema si sono
confrontati gli esperti internazionali che hanno di recente partecipato al
Forum “Aging: is it a disease ?” che si è tenuto presso la Goethe
University di Francoforte, organizzato dalla Fondazione IBSA, ed il forum
internazionale all’interno di Expo Longevity is what we eat, and….?
Diamo uno sguardo ai numeri che danno senso alla realtà delle cose. In Italia
il 20,6% della popolazione italiana è rappresentata da over 65 (12,6
milioni di persone) e l’aspettativa di vita alla nascita è superiore agli
80 anni. Si prevede che nel 2050 la porzione di popolazione over 64 sarà pari
al 33,1% del totale. Nel 2020 l’Italia avrà 4 milioni di ultraottantenni
e nel 2050 nel mondo ci saranno 379
milioni di ultraottantenni, mentre nel 2000 erano 75.8 milioni. Sempre nel
nostro paese gli over 65 sono oltre il 21% e più di 15.000 sono gli
ultracentenari in ottimo stato di salute. E in Europa? Nell’Unione europea
l’età media è la più alta al mondo e si prevede che il numero di persone con
più di 65 sia destinato a crescere passando dal 14% del 2010 a più del 25% del
totale nel 2050. Questa situazione, frutto dei notevoli progressi di carattere medico-sanitario,
sociale, economico e culturale che hanno caratterizzato, negli ultimi decenni,
il vecchio continente, rappresenta una sfida per il futuro. Infatti, così come
aumenta la vita media aumentano, di pari passo, fattori di rischio per gravi
patologie quali cancro, infarto del miocardio, ictus, ipertensione, diabete,
malattie degenerative. Per far fronte alla sfida legata al fenomeno
dell’invecchiamento è necessario che la medicina cambi orientamento. E’
necessario il passaggio da una medicina basata sul controllo dei fattori di
rischio associati a una patologia a una medicina basata sul riparo e il
recupero del danno funzionale degli organi, ossia una medicina di tipo
rigenerativo. Gli studi scientifici danno sempre maggiore evidenza
dell’importanza di fattori quali la dieta, lo stile di vita, l’esercizio fisico
regolare, condizioni sociali che esaltano la famiglia e la convivialità, la
partecipazione sociale e relazionale dell’individuo, il senso di appartenenza
ad una comunità, per raggiungere in salute traguardi ragguardevoli di età e vivere
con una buona qualità di vita (e gli stessi studi rilevano che i fattori
genetici incidono solo per il 25-30%). Se è vero che la longevità è un “elisir
non brevettato”, a favorire la formula di questo elisir di lunga vita vi è un
condensato in cui protagonisti principali sono le buone pratiche quotidiane e
l’alimentazione con la nostra eccellente dieta mediterranea di cui ho avuto
modo di raccontare in articoli precedenti. Il modello alimentare semplice e
all’apparenza povero, racchiude un vero e proprio tesoro di eccezionali qualità
nutrizionali fatto di cereali (fonti di carboidrati e fibre), legumi con
abbondanti quantità di frutta, verdure, ortaggi e spezie. Ci sono anche l’olio
di oliva e il vino rosso quest’ultimo consumato in maniera regolare MA
moderata. Tutto questo ha l’obiettivo essenziale di realizzare non un programma
negativo di cancellazione della fine ma il programma positivo di Vivere bene e
Vivere il più a lungo possibile e meglio la nostra unica vita.
* Articolo pubblicato sulla Rivista Dialogo di Monza Settembre 2015
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