La neuropatologia indaga le malattie neurologiche
attraverso lo studio della morfologia delle lesioni del tessuto nervoso.
- diagnosi di
certezza
definizione delle lesioni (caratteristiche morfologiche, antigeniche, ultrastrutturali,
topografia, entità)
correlazioni (clinico-patologiche, genotipo-fenotipo),
individuazione delle lesioni verso cui dirigere interventi terapeutici,conservazione
del tessuto nervoso per diversi tipi di analisi (biochimica, immunoistochimica,
genetica molecolare, altro);
nella malattia di Alzheimer è nota la coesistenza
di due lesioni istopatologiche: le placche neuritiche da deposizione di Abeta e
i grovigli neurofibrillari causati dalla proteina Tau anomala.
La deposizione Aβ (extracellulare): più precoce evento nella morfogenesi
delle lesioni AD
I Depositi di Aβ: eterogenei dal punto di vista morfologico,
strutturale, biochimico e per quanto riguarda le lesioni associate.
Patologia tau (intraneuronale): evento secondario, più
tardivo, meno specifico, ma più strettamente correlato alla compromissione
funzionale. Come in altre malattie neurodegenerative, le alterazioni
tissutali precedono i sintomi clinici di molti anni, questo implica che una
sottopopolazione di individui anziani non compromessi dal punto di vista
cognitivo possano presentare abbondanti depositi di Aβ
E’ possibile predire in modo preciso lo stato cognitivo di
un paziente analizzandone il cervello?
La risposta è no, a parte le condizioni estreme (normalità
completa e lesioni AD severe e diffuse).
Sono poche le diagnosi che mettono in apprensione
pazienti e familiari come quella di malattia di Alzheimer. Sono poche le malattie che risultano difficili da
definire in modo preciso come la malattia di Alzheimer.
Due estremi:
- AD - classica - come entità clinico patologica che
richiede la presenza di deterioramento cognitivo e delle due lesioni
neuropatologiche fondamentali
- AD - tendenza recente - in ogni caso in cui si trovino
depositi di Aβ, indipendentemente dal tipo e dall’entità (questo avviene circa
20 anni prima dei primi sintomi) (stima molto approssimativa e soprattutto una
media)
Terapie anti-Aβ possono essere efficaci se impostate
precocemente prima che la degenerazione neuronale diventi severa e
diffusa.
Fatti non spiegati dalle ipotesi correnti:
Perché la deposizione di Aβ inizia in età avanzata?
Perché nella sostanza grigia?
Perché soprattutto nella corteccia cerebrale, e molto poco
nel cervelletto?
Perché deposizione focale e non diffusa nel neuropilo?
La Aβ proteina è stata identificata come componente
principale dell’amiloide delle placche senili, la lesione paradigmatica della
malattia e la prima identificabile con le metodiche attualmente a disposizione. Non è però definitivamente accertato che la formazione di
depositi extracellulari di Aβ sia l’evento primario della sequenza di
alterazioni patologiche che colpiscono il cervello nel corso della malattia. E’ molto facile stabilire cosa è di diverso tra un
cervello di un paziente con malattia di Alzheimer e un cervello di un soggetto
giovane e normale
E’ molto difficile stabilire cosa c’è di diverso tra un
cervello di un paziente con demenza di tipo Alzheimer e un cervello di un
soggetto anziano senza demenza.
Eventi
patologici “generici” che sono fattori di rischio per AD e sono potenzialmente in grado di giocare un ruolo nella
neurodegenerazione (stress ossidativo, infiammazione, deregolazione di
meccanismi di base del funzionamento neuronale, metabolismo del colesterolo).
Abeta
una
serie di eventi successivi che sono correlati alla neurodegenerazione e alla compromissione funzionale
(tauopatia, perdita neuronale e sinaptica)
Possibili strategie terapeutiche: eliminare la
lesione primaria e fondamentale: Aβ
fare in modo che i
depositi di Aβ mantengano/assumano le caratteristiche dell’invecchiamento
cerebrale “benigno” rispetto a quelle della malattia di Alzheimer.
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