L’8 Giugno è stato
per noi e per Lissone un momento di gioia, di festa, un momento di arrivo e
nello stesso tempo di ripartenza e di stimolo a continuare questa bellissima
esperienza dell’Alzheime cafè (AC) nata proprio per combattere l’isolamento
sociale di chi è colpito dalla malattia, attraverso il recupero dei contatti e degli scambi interpersonali, e
favorire il mantenimento di abilità e funzioni altrimenti destinate ad essere
perdute, anche perché non impiegate in modo adeguato.
L’AC nasce nel 1997 da un’idea del medico olandese lo psicogeriatra Bère
Miesen, il quale si era reso conto che, per i malati di Alzheimer, le cure
erano insufficienti e che era necessario investire di più nelle terapie
psico-sociali. Si diffonde successivamente in altre città europee sensibili al
tema, come Londra, Vienna, Parigi. Gli Alzheimer Cafè, sono spazi protetti in
cui i malati ed i loro familiari possono interagire a livello interpersonale, i
primi mantenendo attive le funzionalità sociali residue e i secondi trovandosi
in un ambiente informale in cui poter spezzare la faticosa routine
dell’assistenza, parlare dei propri problemi e delle strategie trovate per
risolverli, per conoscere bene la malattia e i suoi sintomi e per trascorrere
alcune ore in un’atmosfera accogliente, centrata sull’ascolto. L’Aral e la rete che si è creata a Lissone
consapevole delle accentuate difficoltà che i familiari dei malati incontrano
nel territorio carente di servizi e di sostegno, hanno desiderato fortemente sperimentare un
modello che si è concretizzato in questo primo anno di attività.
Gli obiettivi
dell’Alzheimer Cafè di Lissone possono essere identificati in:
1. combattere
l’isolamento favorendo il mantenimento ed il potenziamento dei contatti sociali
sia per il malato che per i suoi familiari;
2. riabilitare il
malato ed i familiari, attraverso contatti più allargati ed in un contesto di
normalità, ad avere una capacità relazionale più “sana”;
3. migliorare la
qualità dell’assistenza mediante una formazione di esperti della materia;
4. creare reti di
solidarietà fra le famiglie dei malati di Alzheimer, con funzione di
auto-mutuo-aiuto.
Gli incontri si sono
svolti mensilmente presso la Casa Canonica
(grazie alla concessione del prevosto Don Tiziano Vimercati), con
un’accoglienza di 15 malati (e rispettivi familiari) ad ogni incontro.
Il
programma di questi appuntamenti prevede:
uno spazio (creato
nel contesto di un bar) ludico-ricreativo e stimolativo-riabilitativo (giochi,
letture, musica, attività motorie, ecc.), per i malati di Alzheimer, mediante
l’intervento di varie figure professionali dall’MT all’arte e coloreterapia,
alla psicomotricità ed espressione corporea e con il supporto di operatori e
volontari per l’assistenza;
intervento (in un
locale separato dal precedente) di esperti del settore (terapista, psicologo,
medico, infermiere, assistente sociale, avvocato, ecc.) che sensibilizzano e
formano/informano i familiari dei malati su temi inerenti la malattia,
permettendo agli stessi di avere spazi di condivisione e di scambio che fungano
anche da auto-mutuo-aiuto;
alla fine di ogni
incontro un momento comune più conviviale che apporti coesione tra i partecipanti,
in un clima di empatia e di "festosità" assaporando insieme un caffè
e gustando dei pasticcini e dei biscotti, con un sottofondo musicale di intrattenimento.
E’ importante sottolineare come quello che può apparire come
un “pomeriggio diverso in compagnia e serenità” sia in realtà un intervento
assolutamente professionale, fatto di una progettazione, di una metodo ben
preciso, di momenti di riflessione atti al miglioramento continuo; ogni fase
dell’attività è pensata in funzione di determinati obiettivi e comporta un accurato
lavoro di preparazione. Rinnovo i miei ringraziamenti per il contributo insostituibile che le nostre
volontarie danno all’iniziativa nell’assistere gli ospiti durante le attività e
durante gli intrattenimenti, per il clima accogliente e gioioso, percepibile in
modo tangibile, che vivono gli ospiti agli incontri. Siamo giunti alla conclusione che questo
successo lo dobbiamo alla sinergia di tutte queste componenti e allo spirito di
donazione gratuita di tutti coloro che si impegnano. Concludo questo intervento con due frasi che sono la base della mia azione
L'ascolto è un atto
di ospitalità.
Consiste nel far
posto all'altro,
nel cedergli uno
spazio e un tempo
nella mente e nel
cuore."
(Francesco Torralba)
La giovinezza è
felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di
mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio (Franz Kafka).
Di seguito alcune delle foto scattate durante il momento di festa di danzaterapia e di movimento ed espressione corporea con la guida dello psicomotricista Sergio Fumagalli che lavora presso la Fondazione Anna Borletti di Arosio e Giuseppina Prina di Erba.
I volontari instancabili e i pazienti insieme in un cerchio danzante
Ringraziamo la Signora Sindaco di Lissone Concetta Monguzzi e l'Assessore alla Persona e alle Politiche sociali Anny Mariani per la loro simpatica e partecipata presenza.
Il Sindaco di Lissone Monguzzi e l'Assessore Mariani
La danza-movimento terapia conta oggi
su un apparato metodologico e teorico altamente sperimentato nel
settore sociale, educativo e clinico e si presenta come una
disciplina specifica che si avvale del movimento e dell’espressione
corpo,utile per promuovere un processo di integrazione fisica,
emotiva, cognitiva e relazionale, oltre che migliorare la maturità
affettiva e psicosociale e la qualità di vita della persona. Il
concetto di base è che l’individuo sviluppa il senso della propria
identità attraverso le sensazioni corporee tattili, visive e
cinestesiche, che veicolano e fissano nella chimica dei tessuti e
dell’apparato cerebrale le corrispondenti emozioni di piacere o
disagio. Nel processo terapeutico è quindi
necessario cominciare dal corpo e dalle sue esperienze; la DMT facilita
nei suoi pazienti la consapevolezza delle sensazioni corporee mediante
l’esplorazione delle varie parti del corpo, trovando modi diversi di muovere
quelle parti, esagerando o intensificando movimenti, liberando
tensioni interne ed esplorando i ritmi corporei. Il tutto avendo
creato uno spazio fisico ed emotivo in grado sia di accogliere che di
contenere le espressioni emotive e motorie.
La sua applicazione risulta efficace
per una pluralità di obiettivi, terapeutici e/o di sostegno, per
ogni tipologia di popolazione - bambini, adolescenti, adulti, anziani
- sia in condizioni di normalità che in presenza di
patologie o di diverse situazioni di
disagio.
Al di là della dimensione terapeutica
e riabilitativa, la DMT esprime
anche competenze e tecniche rivolte al
benessere ed allo sviluppo delle capacità relazionali particolarmente positive nei pazienti con demenza.
I volontari instancabili e i pazienti insieme in un cerchio danzante
Ringraziamo la Signora Sindaco di Lissone Concetta Monguzzi e l'Assessore alla Persona e alle Politiche sociali Anny Mariani per la loro simpatica e partecipata presenza.
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