La cittadinanza è invitata a partecipare alla presentazione e all'inaugurazione dell'Alzheimer cafè a Lissone che si terrà in occasione della giornata mondiale della malattia di Alzheimer il 21 Settembre prossimo dalle ore 19.00
Ogni giorno un’inesorabile senso di vuoto, vuoto di senso opprime circa 1 milione persone in Italia, quelle colpite dalla malattia di alzheimer insieme alle loro famiglie; perché la malattia di Azheimer non colpisce solo gli individui ma anche i loro familiari (ricordo che una persona che convive con un anziano con demenza ha una probabilità di percepirsi in cattiva salute di circa il 60% più alta di un’altra che non vive in questa condizione); entra nelle famiglie in punta di piedi e devasta la loro quotidianità come uno tsunami; un male senza pietà e fino ad oggi senza una cura efficace. All’incredibile progresso scientifico della ricerca neurobiologica, si è accompagnato negli ultimi anni un’attenzione sempre maggiore per il ruolo e l’importanza degli interventi non farmacologici, che secondo la letteratura internazionale ed il lavoro di ricerca, rappresentano uno degli elementi centrali nella gestione e supporto/assistenza alla persona con demenza e di chi lo assiste (caregiver informali e formali), giungendo anche ad una rivalutazione di metodiche già sperimentate e validate. Essi sono oggetto di un interesse sempre più crescente sia per la limitata risposta data dalla terapia farmacologica sia per le evidenze epidemiologiche che hanno confermato l’importanza di questa tipologia di interventi “terapeutici” nella gestione del decadimento cognitivo ed anche nella sua prevenzione, come la riabilitazione cognitiva del malato e lo sviluppo di nuove attività rivolte non solo al paziente ma anche ai caregivers. I molteplici interventi riabilitativi sono a ragione raggruppati sotto il nome di stimolazione cognitiva.
Per la nostra associazione e per la nostra città, il 21 settembre 2012 rappresenta ad un tempo un motivo di orgoglio, un punto di arrivo e una meta, una nuova sfida per il futuro. Da un lato ci sono i numeri, le cifre dell’epidemia silenziosa: oggi i malati di Alzheimer sono 35,6 milioni nel mondo (2010), 500-800.000 in Italia, ma secondo le stime dell'Alzheimer's Disease International (ADI) il dato è destinato a raddoppiare entro il 2025 come conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. La demenza colpisce una persona su 20 oltre i 65 anni e una su 5 oltre gli 80.
Di fronte a queste cifre, il Sistema Sanitario Nazionale ha sempre privilegiato la cura ospedaliera ma deve ri-orientarsi verso forme di prevenzione, riabilitazione e mantenimento del potenziale di autonomia per rispondere, insieme alla rete di assistenza sociale, all'esigenza dei "cronici" che richiedono un accudimento ed un'assistenza prolungata con continuità di prestazioni sanitarie e tutelari. Per rispondere a tali esigenze e priorità si è lavorato alla costituzione di uno spazio assistenziale denominato "Alzheimer Cafè " che vuole inserirsi e costruire una rete multifunzionale in cui malati, riconosciuti come persone con la loro storia, la loro biografia, identità, personalità e dignità e i loro parenti si ritrovano in uno spazio informale e "rilassato" e protetto per parlare dei problemi, ricevere un consulto e al tempo stesso sentirsi a casa. Il primo Alzheimer Cafè è nato il 15 settembre 1997 a Leida in Olanda, da un progetto dello psicogeriatra olandese Bere Miesen. Oggi, dopo Inghilterra, Germania, Belgio, Grecia e Australia l'idea "approda" ora in Italia, e da oggi approda a Lissone. L’Alzheimer cafè si propone di affrontare le problematiche psicologiche, cognitive, comportamentali e assistenziali legate alla malattia d’Alzheimer, e le modalità di intervento connesse. E’ un luogo dove, malati, familiari, caregivers e volontari, s’incontrano per bere una bibita o un caffè, mangiare assieme una fetta di torta, ascoltare musica dal vivo e, con l’ausilio degli esperti del settore, ricevere informazioni e scambiarsi esperienze. Un clima ed un’atmosfera rilassata, tra persone coinvolte dallo stesso problema, offrono la possibilità di uscire dal tabù che spesso circonda la malattia; a questo riguardo molteplici saranno le iniziative che verranno proposte ai malati: - stimolazione cognitiva; - attività motorie e manuali, espressive e creative tutte rivolte al contrastare il progressivo decadimento delle capacità globali, cognitive e relazionali.
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