mercoledì 4 marzo 2015

Prevenzione anche per la malattia di Alzheimer
















In Italia le persone con Alzheimer o demenze senili sono erano circa 600.000 nel 2013, il 4,3% tra le persone con più di 65 anni. Tra il 2005, anno della precedente ricerca Istat, e il 2013 si è registrato un aumento del 50% di questo tipo di patologie sulla popolazione italiana. L'allungamento della durata di vita certamente incide sull'aumento del numero dei casi di un gruppo di malattie che colpisce soprattutto gli anziani. Sarà questa una delle principali sfide della salute pubblica nel corso di questo secolo.
In assenza di una cura definitiva per la malattia, le uniche due strade percorribili sono la diagnosi precoce, che consente interventi rapidi con i farmaci attualmente a disposizione e può in molti casi aiutare a rallentare la comparsa dei sintomi, e la prevenzione. Molte buone notizie sono emerse nelle ultime settimane su entrambi i fronti.
Un team del King's College di Londra ha individuato 10 proteine la cui presenza nel sangue sarebbe predittiva della possibile insorgenza della malattia. Il prossimo passo consiste nel mettere a punto un esame del sangue, uno degli strumenti diagnostici più semplici, che consenta diagnosi precoci e interventi tempestivi. Iniziando il trattamento con farmaci prima ancora che la malattia si manifesti ci sono ottime probabilità di poter prevenire la comparsa dei sintomi. "Prendi il farmaco, e in effetti dovresti essere in grado di prevenire i sintomi clinici, anche se la malattia è già iniziata nel cervello".

Uno dei motivi per i quali il trattamento con farmaci risulta spesso poco efficace contro l'Alzheimer è che i pazienti cominciano a curarsi quando la malattia è già in stadio avanzato. In questo senso una diagnosi precoce potrebbe regalare diversi anni di tempo ai malati e alle loro famiglie, nei quali la malattia non interferirebbe con la qualità della vita.

Un altro strumento per la diagnosi precoce della malattia potrebbe essere un esame non invasivo della retina. I risultati di alcuni studi svolti in tal senso sono stati appena presentati alla Alzheimer's Association International Conference di Copenaghen. L'occhio è un'estensione del cervello ed è possibile osservare qui, grazie all'impiego di marcatori fluorescenti, i segni delle placche di beta amiloide che depositandosi nel cervello dei pazienti causano i noti sintomi della demenza, tra i quali la perdita di memoria. Il livello di accuratezza del test nell'individuare chi ha i primi segni della malattia, poi confermati da successivi esami più costosi e complicati come la PET e la risonanza magnetica, è stata dell'85%. Se da un lato si studiano modi per diagnosticare sempre prima la malattia, non va comunque trascurato il fattore prevenzione. Una ricerca svolta da studiosi dell'Università di Cambridge, del King's College di Londra e di San Francisco, appena pubblicata sull'autorevole rivista scientifica inglese Lancet Neurology, sostiene che tre casi di Alzheimer su 10 si potrebbero prevenire semplicemente conducendo uno stile di vita più sano.
Niente fumo, più attività fisica, peso e pressione sotto controllo, conseguenza anche di una dieta sana, sono tutti fattori che potrebbero aiutare a evitare il brusco aumento dei casi previsto per il prossimo futuro dagli epidemiologi. Seguendo questi semplici consigli, secondo gli autori, sarebbe possibile arrivare al 2050 con 200.000 casi di Alzheimer in meno nel Regno Unito. Anche combattere la depressione e aumentare il livello di istruzione della popolazione sono considerate mosse protettive. Anche se non esiste un unico modo per prevenire la demenza, potremmo essere in grado di prendere misure per ridurre il nostro rischio di svilupparla in età avanzata; sappiamo quali sono molti di questi fattori, e che sono spesso collegati tra loro. Basta affrontare l'inattività fisica, per esempio, e sarà possibile ridurre i livelli di obesità, ipertensione e diabete, e prevenire in alcune persone l'insorgenza della demenza".
Già, perché di tutti i fattori di rischio noti, l'inattività fisica è quello maggiormente responsabile dello sviluppo della malattia sia in Europa sia negli Stati Uniti. E la sedentarietà porta con sé altre conseguenze nefaste come obesità, diabete, ipertensione, tutte collegate a un maggiore rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Sappiamo già che quel che fa bene al cuore fa bene anche alla testa", ha dichiarato al giornale britannico The Guardian Doug Brown, direttore di ricerca e sviluppo della Alzheimer's Society.
E ci sono cose semplici che si possono cominciare a fare ora per ridurre il proprio rischio di sviluppare la demenza. L'attività fisica regolare è un buon punto di partenza, così come evitare il fumo e mangiare seguendo la dieta mediterranea.

1 commento:


  1. Ecco una selezione dei 10 Migliori libri per capirne di più su la malattia di Alzheimer. Come vivere con persone affette dall'Alzheimer tutti i giorni.
    https://www.giochi-per-anziani.it/2018/10/19/10-migliori-libri-sullalzheimer/
    10 Migliori Libri sull'Alzheimer

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